“Con grande dolore debbo comunicare la notizia della morte poco fa del compagno Citto Maselli. L’ho appresa dalla moglie Stefania Brai, responsabile cultura del nostro partito, che gli è sempre stata vicina e a cui va l’abbraccio solidale di tutte le compagne e i compagni di Rifondazione. Il cinema e la cultura italiana perdono un maestro e un grande regista, la sinistra un’intellettuale militante e un esempio di rigore e coerenza, noi di Rifondazione Comunista un compagno imprescindibile”.

Citto Maselli: «Visconti e il mio cinema politico»

Citto Maselli, il patito comunista

Il cinema e la cultura italiana perdono “un maestro e un grande regista, la sinistra un’intellettuale militante e un esempio di rigore e coerenza, noi di Rifondazione Comunista un compagno imprescindibile” continua Acerbo. “Citto ha sempre conservato la passione che da ragazzino lo spinse a entrare nelle fila dell’antifascismo e della Resistenza. Per tutta la sua vita ha messo intelligenza, sensibilità, passione e spirito critico al servizio di un progetto collettivo di liberazione e trasformazione”.
Dopo lo scioglimento del PCI a cui si oppose con Ingrao – ricorda ancora Acerbo – è stato tra i fondatori di Rifondazione Comunista e ha continuato a essere un militante comunista e antifascista fino all’ultimo giorno. Citto non è mai diventato un ex, non si è mai atteggiato a reduce di epoche gloriose ma passate. Lo ricordiamo con noi più giovani con la cinepresa a raccontare un altro mondo possibile a Genova nel 2001 e sempre disponibile a dare il suo contributo alla lotta politica e culturale. Citto Maselli era un comunista italiano, un rifondatore orgoglioso della storia di cui era stato tra i protagonisti, un compagno che non ha mai rinunciato all’idea di rivoluzione.

Pochi giorni fa, Maselli aveva deciso di riprendere la tessera dell’ANPI comunicando così la sua decisione: “Ho iniziato a 14 anni a combattere il fascismo con gli studenti medi del liceo Tasso di Roma nel 1944 e ho continuato a farlo tutta la vita. Mai come in questo momento c’è bisogno di combattere contro l’intolleranza, la sopraffazione, la violenza, le discriminazioni, le ingiustizie sociali. Mai come in questo momento c’è bisogno di difendere la nostra Costituzione nata dalla Resistenza, di combattere per la pace e contro ogni guerra. Per questo a 92 anni ho voluto riprendere la tessera dell’Anpi”.