” Follia ” di Patrick McGrath recensione di Laura
Fin dall’inizio nel racconto è presente un’atmosfera strana. La storia è ambientata inizialmente in un’area che comprende il manicomio e la casa del primario. Gli edifici sono adiacenti, l’ambiente è fisicamente racchiuso in un perimetro ben limitato. Questa descrizione degli spazi ha incrementato nel mio pensiero l’idea di uno spazio completamente isolato dal resto del mondo, una piccola “comunità” in cui ognuno è un po’solo con se stesso…Stella compresa, la protagonista, vive nella casa del primario, suo marito, solo con il consorte e con il figlio.
A mio parere la forte attrazione che immediatamente prova per Edgar, un paziente del manicomio che stava lavorando alla serra della famiglia, non scatta semplicemente a seguito di una fortissima attrazione sessuale ma anche a seguito di un forte senso di estraniazione e di solitudine che Stella prova. Approcciarsi a Edgar, che è un artista, rappresenta per lei un fonte di evasione.
Stella relegata tra le mura della proprietà è solitaria e sola. Andare con Edgar è una trasgressione, un riscatto.
Tutti gli ambienti in Follia conferiscono a dare una visione quasi claustrofobica, ogni personaggio è relegato in piccoli spazi…
Anche la follia di Stella nasce dalla costrizione in uno spazio limitato:la donna è puntualmente soffocata da qualcosa….
E’ un libro bellissimo. Toglie davvero il fiato!

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