Pare incredibile ma in Italia lo si vedrà solo a Roma (ieri e stasera, in apertura della bella stagione del teatro Palladium). Possibile che nessun altro teatro si sia interessato a uno spettacolo come “La douleur”: semplice, lucido e recitato magnificamente? E’ lo spettacolo di Patrice Chereau, il regista francese che in febbraio porterà alla Scala una imperdibile La casa dei morti di Janacek. Lo ha firmato con Thierry Thieu’ Niang, per Dominique Blanc, eccellente attrice, affezionata al lavoro di Chereau. Il testo è il diario di Marguerite Duras dopo la guerra, in una Parigi dopo la liberazione molto poco felice, quando la scrittrice attende, spera, teme il ritorno del proprio uomo, Robert L., dai campi di concentramento tedeschi. Teso, crudele nella sua capacità di andare in profondità nell’animo umano, Duras confessa il dolore di una donna che spera e teme quel ritorno agognato del proprio uomo. C’è in lei speranza e paura, perfino vergogna nel vivere una quotidianità “normale” mentre Robert è lontano. Ascoltiamo il racconto delle sue corse nell’ ufficio dove arrivano i deportati, le sue maledizioni al telefono che le dirà quando Robert arriverà… E ritornera’ anche Robert, in un corpo dove la vita sembra non esserci più. E lì che il tormento iniziale si cancella di fronte al “vero” dolore. Molta della profondità della scritura della Duras viene portata allo spettatore dal minimalismo di Dominique Blanc rigorosissima, e bravissima nel non sbavare mai, nella rinuncia a facili eccessi di intensità espressiva. Un lavoro di sottrazione il suo. Veramene perfetto.

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