Abbiamo visto “ La ragazza che giocava col fuoco “ regia di Daniel Alfredson.
E’ il secondo film della trilogia scritta da Stieg Larsson, ma questo i lettori del sito lo sanno meglio di me. I protagonisti sono sempre Lisbeth Salander, appena rientrata in patria dopo aver passato un anno in giro per il mondo: sempre asociale, un’hacker un po’ drop out. E Mikael Blomqvist, il direttore della rivista Millennium che tra l’altro sta aiutando un giovane free-lance a terminare un’inchiesta pericolosa e inquietante.
Il giallo praticamente inizia con l’assassinio del giornalista free-lance e della sua fidanzata proprio quando sta per pubblicare clamorose rivelazioni sul mercato del sesso in Svezia. Sull’arma del delitto ci sono le impronte di Lisbeth Salander che è naturalmente ricercata e sospettata. Il direttore della rivista non crede a quello che dicono i notiziari: conoscendo Lisbeth, sa che diventa violenta quando ha paura, e cerca in tutti i modi di arrivare a lei prima della polizia.
Non dico altro, altrimenti che sfizio c’è ad andare a vedere un film del genere.
Il film ? Un giudizio ? Devo essere sincero, l’ho visto in svedese. Quindi ( no, non quello che pensate d’istinto: ho capito l’intreccio, la drammaturgia e le psicologie dei personaggi ) per una volta lascio a voi la voglia di andarlo a vedere. Un’ultima cosa, l’attrice protagonista Noomi Rapace è veramente brava, tenendo conto che dirà cento parole in tutto e regge perfettamente il suo personaggio.

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