Così ragiona tra sè lo spettatore qualsiasi che ha visto il “Lincoln” di Spielberg : “Bentornato al cinema di Ford,ai suoi acquarelli nostalgici e forti,ai suoi inni alla Storia Americana,alle poesie e ai meravigliosi affreschi messi in cinema”.
Fin dall’incipit ricorda un po’ quel cantore d’America e di popolo,il lavoro di Spielberg,intensa pagina sugli ultimi mesi del sedicesimo presidente degli Stati Uniti,frammento di splendido cinema e libro aperto sullo spettacolo più vero sull’uomo e le sue realtà.

Qui l’uomo è Lincoln (Daniel Day Lewis),raccontato nel breve tratto della sua carriera politica che vede la sua lotta per il riconoscimento dei diritti dell’uomo,la ratifica del Tredicesimo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America,che sancì l’abolizione della schiavitù in tutti gli Stati. Nel suo lavoro,uno screenplay di Tony Kushner dal romanzo di Doris Kearns Goodwin “Team of Rivals:The Political Genius of Abraham Lincoln”,Spielberg fissa lo sguardo sul politico,sui suoi sforzi per risolvere una guerra civile che mieteva centinaia di migliaia di vittime e per superare la crisi epocale che affliggeva un Paese spezzato in due e sul braccio di ferro con i Democratici antiabolizionisti nella Camera dei Rappresentanti,ma allarga anche l’attenzione al’uomo di famiglia,ai suoi connotati interiori,alla relazione profonda e fragile con la moglie Mary Todd (Sally Field) e al rapporto con l’inquieto figlio Robert (Joseph Gordon-Levitt). Il racconto che ne deriva è un intenso ritratto interiore,a volte sofferto e malinconico,ricco di umanità,denso e fecondo del caldo fascino della fedeltà.
Il film apre con il presidente a colloquio con due soldati al fronte,due uomini dal diverso colore della pelle,ma nelle stesse misere e sporche divise dell’Unione,nel fango e nel rumore secco degli spari dei moschetti,ma il film è più un racconto di dialoghi e fotografie di uomini,un quaderno fitto di appunti sul passaggio dell’America fra due epoche raccontato in un’analisi forte e mai retorica degli avvenimenti politici che l’hanno portato a maturazione.
La narrazione è scandita dal tono quieto di Lincoln,politico,marito,padre e affascinante narratore di storie e parabole. Daniel Day Lewis traduce in prosa una sensibilità gentile e decisa,impersonificando un uomo di grazie,umorismo e anima.

Fiducioso e realistico,Lincoln ottiene l’approvazione del Tredicesimo Emendamento con la collaborazione e la guida di William Seward (David Strathairn) e di Thaddeus Stevens (Tommy Lee Jones),la voce abolizionista più potente nella Camera dei Rappresentanti. Istrionico e geniale,Tommy Lee Jones raccoglie i Stevens tutto il suo fascino rugoso e ironico,disegnando una figura che ricorda il magnetismo sornione di Charles Laughton. A fianco di Lincoln,la moglie Mary soffre la perdita prematura del figlio Willie,morto a undici anni,di cui non si dà pace e teme per l’altro figlio Robert,che rifiuta i privilegi della famiglia. Spesso Spielberg ricorda Ford e il suo modo di narrare l’uomo e il suo ambiente,nei dibattimenti nella Camera,dove il crescendo e i duelli verbali ricordano l’accesso del senatore Stoddard di “L’uomo che uccise Liberty Valance” alla carriera politica e nelle sequenze domestiche,dove il senso del focolare riporta all’intimità di “Com’era verde la mia valle”.

Nella versione originale,i dialoghi intrecciati nei diversi accenti del Nord e del Sud conferiscono un valore aggiunto perso con il doppiaggio,ma nota fondamentale per una migliore comprensione della realtà sociale e politica che fa da sfondo alla storia. Nel film nessuno è comprimario. Da W. N. Bilbo (James Spader) a Preston Blair (Hal Holbrook),da James Ashley (David Costable) a Mary Todd,tutti i protagonisti partecipano all’unisono a veicolare un linguaggio di cinema suggestivo e sincero,denso della migliore comunicazione che lo spettacolo possa promettere.
Le splendide luci,i connubi di colore,i giochi d’ombra,le inquadrature,il montaggio e i suoni si fondono con i dialoghi,i timbri vocali e le ambientazioni,in una formula di vero spettacolo e ineccepibile senso della narrazione per raccontare un frammento di storia d’America con la voce calda del cinema migliore.

Titolo originale: Lincoln
USA, India: 2012. Regia di: Steven Spielberg Genere: Drammatico Durata: 150′
Interpreti: Daniel Day-Lewis, Sally Field, David Strathairn, Joseph Gordon-Levitt, James Spader, Hal Holbrook, Tommy Lee Jones, Lee Pace, David Oyelowo, Jackie Earle Haley, Bruce McGill, Tim Blake Nelson, Joseph Cross, Jared Harris, Peter McRobbie, Gulliver McGrath, Gloria Reuben, Jeremy Strong, Michael Stuhlbarg, Boris McGiver, David Costabile, Stephen Spinella, Walton Goggins, David Warshofsky, Colman Domingo, Lukas Haas, Dane DeHaan, Carlos Thompson, Bill Camp, Elizabeth Marvel, Byron Jennings, Julie White
Nelle sale dal: 24/01/2013

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