Abbiamo visto “ Mr Ove “ regia di Hannes Holm.

Con Rolf Lassgård, Zozan Akgün, Tobias Almborg, Viktor Baagøe. Genere, Commedia drammatica. Svezia 2015, durata 116 minuti. Uscita martedì 31 ottobre 2017, distribuito da Academy Two.

L’asociale Ove pensa alla morte e conosce l’iraniana Parvaneh, tra loro nasce un’inaspettata amicizia.

Mr. Ove Lindah ( Ross Lassgard, da giovane Filip Berg ) è un uomo sulla sessantina, vedovo e solitario; abita in un quartiere di villette anonime e il suo tempo gli sembra oramai al termine. E’ depresso dopo aver perso l’amatissima moglie, Sonja ( una sempre sorridente Ida Engvoll ), un’insegnante, morta di cancro sei mesi prima, mentre la sua azienda, in cui ha lavorato per oltre quarant’anni, senza alcun tatto, lo licenzia. Senza patemi d’animo torna a casa con l’intenzione di suicidarsi, ma i suoi vari tentativi non vanno a buon fine, un po’ perché non gli riescono ma soprattutto per l’invadenza della famiglia che è venuta ad abitare di fronte, l’iraniana Parvaneh ( Bahar Pars ), suo marito svedese e le loro due bambine: bussano alla sua porta per donargli del cibo, chiedono in prestito una scala e altro ancora, in più non rispettano il regolamento del condominio cosa che irrita mr Ove – legato ai regolamenti e alle regole fino all’ossessione e in passato presidente dell’associazione di quartiere -. Per tutti questi fastidi protesta anche in modo aggressivo e antipatico ma non scoraggiano Parvaneh che con semplicità e naturalezza lo coinvolge nella sua vita e in quella della sua famiglia. E anche se non con grandi cambiamenti mr Ove si trasforma dall’uomo orso e scorbutico che è in una persona più malleabile e in parte disponibile, tanto che riesce ad organizzare un gruppo di vicini che si alleano per non far andare in un ospedale per anziani il suo vicino di casa e vecchio amico Rune, oramai seduto su una sedia a rotelle e privo della parola…

Una specie di fiaba ben realizzata e in cui tutto sembra credibile e a volte è divertente, priva tuttavia della maestria di un Kaurismaki.

Tratto dal romanzo L’uomo che metteva in ordine il mondo scritto dallo scrittore svedese Fredrik Backman ( pubblicato in Italia da Mondadori ), in cima alle classifiche di vendita in Svezia e in seguito pubblicato in tutto il mondo, il film è stato realizzato nel 2015 da Hannes Holm con grande successo internazionale ( è candidato all’Oscar 2017 e il mese scorso Tom Hanks ha annunciato il remake del film come produttore e attore ), ha realizzato una storia universale di un uomo senza qualità, senza apparente vita interiore ed esteriore, vecchio, burbero e antipatico però che verso la fine della sua vita si scrolla di dosso il lato più ombroso e inizia ad avere quel ruolo di nonno che in fondo non disdegna e riuscirà finalmente – parlando con Parvaneh – a comprendere che il suo carattere così chiuso fino a quasi l’alienazione è dovuto alla perdita della madre quando era bambino, al fatto di non aver rielaborato il lutto, ma anche alla perdita del padre appena diciottenne e alla vita dura che ha dovuto affrontare. Holm, si è concentrato sull’aspetto sentimentale del personaggio, lo ha reso involontariamente divertente, ha realizzato una vita drammatica scegliendo un tono a volte quasi da fiaba e stralunato, realizzando un buon film coerente e compatto ma senza tuttavia raggiungere quella poesia che tanto si ammira in un regista come Kaurismaki.

Un cast da cinema realista immerso credibilmente in una fiaba moderna.

Il protagonista assoluto è naturalmente Rolf Lassgård ( il primo attore a dare il volto al personaggio d Kurt Wallander, il commissario di polizia protagonista dei romanzi di Mankell, nel ruolo televisivo dei primi nove romanzi della serie ), bravo nel rendere ombroso e antipatico il suo personaggio, probabilmente però un trucco meno torvo lo avrebbe reso convincente lo stesso e un po’ meno eccessivo e tetro. Anche Bahar Pars è nel ruolo di Parvaneh convincente e naturale, sembra appena uscita da un film di Farhadi o di Ozpetek, anche in questo caso però dobbiamo segnalare il limite di come è stata fotografata, togliendole del tutto la sua naturale bellezza e rendendola la classica indistinta iraniana lontana da casa. Sarebbe da segnalare Ida Engvoll, per bellezza e bravura, se non fosse stata relegata a viso dolce e sempre sorridente.

Voto 6 e mezzo

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