Abbiamo visto “ Straight Outta Compton “

Un film di F. Gary Gray. Con O’Shea Jackson Jr, Corey Hawkins, Jason Mitchell, Neil Brown Jr, Aldis Hodge.   Biografico. durata 150 min. – USA 2015.

Straight Outta Compton ( dritto fuori da Compton ) è il titolo del secondo e più conosciuto album dei N.W.A. ( il più importante gruppo nella storia del gangsta rap, un sottogenere del rap ) ed è il titolo di una delle più note canzoni di quest’album, insieme a Fuck Tha Police. Canzoni i cui i temi sono legati al mondo criminale – sesso, droga, armi, ma anche neri massacrati dai bianchi, poliziotti razzisti con licenza di soprusi -. Testi naturalmente violenti, rabbiosi, che incitano alla rivolta armata e alla disubbidienza contro la polizia e il potere dei bianchi e quindi indirettamente molto politiche. Compton è una città nei pressi di Los Angeles, conosciuta per la povertà dei cittadini neri e per il suo alto tasso di criminalità. Straight Outta Compton è il biopic di cinque ragazzi ( quattro musicisti e un dj ) di grande talento che dalla metà degli Anni Ottanta sino ai primi Anni Novanta sono riusciti a produrre dischi di grande qualità e grande successo grazie anche a un disonesto manager e mentore del gruppo Jerry Heller ( un sempre grandissimo Paul Giamatti ), che va in rotta di collisione con Ice Cube e Dre.

Il Cinema torna spesso a raccontare storie di band che diventano famose per poi inesorabilmente sciogliersi, ultimo del genere il buon film di Clint Eastwood, Jersey Boys del 2014. Ma ogni volta ritorna la stessa domanda oltre raccontare le varie dinamiche tra i personaggi a cosa servono in fondo questi biopic ? Si potrebbero fare dei documentari e la sostanza non cambierebbe. Anche un buon film, ben recitato, come Control di Anton Corbijn ( 2008 ) i Joy Division ai tempi in cui il loro leader era Ian Curtis non è riuscito nel suo intento fino in fondo. Straight Outta Compton pur godibile e ben ritmato non va oltre il compitino ben scritto e diretto e da’ informazioni sufficienti sui vari ragazzi della band come Ice Cube, Dr Dre, Eazy-E, MC Ren e DJ Yella.   Come riuscire a realizzare un buon biopic ? Probabilmente usando la creatività del gruppo anche nella costruzione della storia e fregandosene di essere degli ‘ storici ‘, senza per forza ripercorrere correttamente i passaggi esistenziali della band. Anche se il film dura oltre due ore e mezza ( in cui vengono raccontati con filmati dell’epoca la storia di Rodney King e degli scontri interazziali ) sembra che il regista ci voglia raccontare tutto ma proprio tutto della band, e del loro mondo, e quindi tutto ci viene presentato in modo sbrigativo e affrettato gioco forza. Tuttavia per chi fosse curioso di conoscere quel tipo di realtà degli Anni Ottanta, possiamo dire che la ricostruzione è fedele e i protagonisti hanno sullo schermo lo stesso carisma, se non di più, dei rapper stessi.

Siamo a metà degli Anni Ottanta nella città ghetto di Compton. La vita trascorre tra disoccupazione, controlli violenti della polizia, spacciatori pronti a tutto e qualche ragazzo che cerca attraverso la musica di uscire dal ghetto ma più per esigenze creative che non sociali. Tre di questi ragazzi sono Eric, detto Eazy-E, guadagna spacciando ma vorrebbe uscire dal giro perché ha capito che prima o poi finirà ucciso o in carcere, c’è Andre, detto Dr. Dre, un dj assai bravo che ha voglia di emergere, c’è O’Shea, detto Ice Cube, un rimatore straordinario che riesce a scrivere testi sulla sofferenza nel ghetto.   Formano un gruppo rap e compongono canzoni dure e ‘ politiche ‘. Vengono subito notati e il primo singolo va alla grande e iniziano ad avere successo.  All’inizio tutto sembra procedere bene, fanno un primo disco, iniziano a fare concerti ma i problemi iniziano ben presto, il loro manager sembra approfittarne giacchè loro firmano senza leggere i contratti e iniziano a nascere dei conflitti tra i ragazzi. Il primo ad andarsene è Ice Cube, poi è la volta di Dr Dre che però si circonda di balordi criminali del vecchio quartiere e Eazy-E che cerca di mediare tra tutti, compreso il manager, vede disperdere quel gruppo di grandi musicisti oltre che di amici per la pelle. Ma sarà proprio lui a pagare degli eccessi di droga, alcol e sesso, proprio quando si libera del manager e cerca di riformare il gruppo dopo anni…

F. Gary Gray è un buon regista di mestiere, un quarantenne che si è fatto le ossa con i video rap e non; ha vinto nel 1995 l’MTV Music video Award con Waterfalls. Ha diretto otto film tra cui Il Negoziatore, The Italian Job e Giustizia Privata.  Adesso realizza questo biopic provando a raccontare con sincerità e a storicizzare oggettivamente un genere musicale facendosi aiutare dai diretti interessati. Un film che negli Usa ha sbancato i botteghini l’estate scorsa.

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