Conversazione con Louis Pauwels

LP Louis-Ferdinand Céline, lei è un personaggio curioso, eccita le passioni con le sue opere, con le sue idee, con i
suoi atteggiamenti, dice spesso di essere malinteso, e questa potrebbe essere l’occasione per farla capire meglio.
Se dovesse definirsi con una parola, cosa direbbe?
LFC Eh, che io lavoro e gli altri non fanno niente, ecco cosa direi. La questione… su cui il disaccordo è completo è
che siamo nell’epoca della pubblicità, è l’orrore del mondomoderno che fa la pubblicità, quindi io sarei partigiano
della modestia, ovvero ciò che conta è l’oggetto, ciò che conta… lei ha un’apparecchiatura davanti a sé, spero… è
magnifica, ma, dopo tutto, l’uomo che l’ha fatta potevaavere dei problemi, forse era cornuto, forse era pederasta,
forse era un biondino gracile, forse era androgino, forse aveva mal di gola, non lo so, ma la sua apparecchiatura va,
questa è la prova, non è vero? È la sua apparecchiatura che m’interessa, il buonuomo che l’ha fatta non mi interessa, le
vite romanzate mi annoiano.

LP Tra molte singolarità ha quella di essere parigino. Le sue maniere, le sue reazioni, persino il suo accento sono
parigini, anzi di un parigino della periferia, dove è nato?
LFC Sono nato a Courbevoie dans la Seine, rampe du Pont, il 27 maggio 1894.

LP È rimasto a lungo a Courbevoie?
LFC Due anni, così mi hanno detto perché a due anni non si hanno ricordi molto precisi, ma infine…

LP Cosa facevano i suoi genitori?
LFC Mia madre era modista e riparava pizzi, non andava molto bene a Courbevoie, per cui ha dovuto chiudere il
negozio ed è partita, è andata a lavorare dalla madre come commessa di un negozio in rue de Provence.

LP E suo padre?
LFC Mio padre era segretario e scriveva lettere, perché era laureato, mio padre! E allora aveva delle pretese letterarie, d’altronde allora ne avevano, era un uomo istruito, faceva la corrispondenza al servizio incendi della Compagnia d’assicurazioni “Le Pays” a rue Lafayette.

LP E da Courbevoie dove è andato?
LFC Sono andato nel passage Choiseul, e la cosa più bella è che allora il passage Choiseul era a gas, c’erano
trecentosessanta lampade a gas accese dalle quattro del pomeriggio… si era immersi nel gas, sono stato cresciuto in
una bombola di gas.

LP Allora era un bambino dolce, affettuoso, oppure…?
LFC Non avevo molte occasioni di essere dolce e affettuoso, sono stato cresciuto a sberle, perché servivano le sberle, perché era così a quell’epoca, si educava con le sberle e con i «taci, sei un bambino cattivo, ecc.».

LP Amava sua madre?
LFC Mah, non mi ponevo il problema, tutto avveniva in un… erano angosciati dal problema delle cacche di cane, me lo ricordo… mi ricordo di una cosa, c’era solo una vetrina illuminata a gas la sera, perché nell’altra non c’era
niente, allora ne aprivano solo una, ce n’era una delle due illuminata perché l’altra era vuota, allora non bisogna farsi
domande… non ci sono complessi, si trattava di mangiare, di darci da mangiare… ah mi ricordo di una cosa, a casa
nostra ci abbuffavamo di tagliatelle, si viveva di tagliatelle, perché? Ne facevano un pentolone pieno, perché la tagliatella è il solo alimento che si può cucinare senza odore, perché il pizzo, e soprattutto il pizzo antico, trattiene gli odori. Di conseguenza ho vissuto nelpanico dell’odore. Non si parlava neanche di carne, o di pesce, niente; allora tagliatelle, tagliatelle, mia madre per salire le scale — era inferma — per salire su una scala a chiocciola, o salirla il meno possibile, faceva un pentolone di tagliatelle, con un po’ di burro, e la sera eh, molto poco, di fatto sono stato cresciuto a tagliatelle e zuppa di pane.

LP A passage Choiseul non c’è nessuno spettacolo naturale?
LFC Ah per niente!

LP Allora un ragazzino di Parigi conosce poco la natura, il cielo, l’aria pura… Come ha scoperto la natura?
LFC Al cimitero, per visitare la tomba di mia nonna, quando è morta, al cimitero, e poi a piazza Louvois perché era la mia scuola, allora vedevo la natura…

LP La sua scuola era accanto a piazza Louvois?
LFC Era in piazza Louvois.

LP Come ha fatto i suoi studi? Che studi ha fatto?
LFC Ho fatto gli studi primari, fino alla licenza media.

LP A quale mestiere la destinavano i suoi genitori?
LFC L’ambizione di mia madre era farmi commerciante nei grandi magazzini, non c’era nulla di più alto nella sua mente, e quanto a mio padre non voleva che studiassi perché portava miseria, lo vedeva dall’interno…

LP Cosa le ha fatto pensare di diventare medico?
LFC Ah l’ammirazione che avevo per la medicina, quando vedevo dei medici li trovavo stupefacenti.

LP Quando era piccolo le sembrava importante fare lo scrittore?
LFC Per niente, lo trovavo ridicolo, mettersi a scrivere, trovare espedienti… impossibile.

LP Quando ha fatto la maturità?
LFC In parte prima della guerra, appena prima di arruolarmi, e poi ho terminato nel ’18…

LP Ma tra la licenza media e la maturità, lei ha…
LFC Ah studiavo alacremente da solo, nei manuali, che si trovano ovunque.

LP Cosa faceva in quel periodo?
LFC Fattorino ovunque, portalettere, e apprendista un po’ dappertutto… ho avuto dodici padroni, dodici mestieri,
tredici miserie. Perché ho fatto molto, ero molto attivo…

LP E ho ottenuto la sua maturità…
LFC Ah! Senza fatica!

LP Nel Viaggio al termine della notte, l’eroe si arruola a diciott’anni trascinato da una musica…
LFC No no, questa è immaginazione.

LP Lei si è arruolato per patriottismo, per vocazione o per caso?
LFC Ne avevo un certo gusto perché sono melodrammatico e un po’ stupido, allora era sempre la storia di… la vedevo fiammeggiante, e poi la storia dei corazzieri di Reichshoffen, i corazzieri mi sembravano brillanti.

LP L ‘eroe del Voyage, Bardamu, scopre la guerra attraverso la paura. Si è detto di lei che non era coraggioso, ha paura della morte?
LFC Oh cavolo, adesso sarebbe un sollievo!

LP Ma non allora…
LFC Avevo ancora delle ragioni per vivere, non avevo lo stesso istinto di ora, oggi me ne frego, che mi si ammazzi
davanti a tutti, perché no davanti alla telecamera, ma allora avevo ancora delle illusioni, anzi non delle illusioni, l’istinto di vivere.

LP Aveva già la sua vocazione di medico nonostante tutto?
LFC Ah sì, molta…

LP Dunque perché voleva essere medico?
LFC Solo perché ho la vocazione…

LP Per rispetto della vita umana? Per pietà verso gli uomini?
LFC No, per fare qualcosa nella medicina, mi piaceva, mi è sempre piaciuto, pratico la medicina ormai da trentacinque anni e mi fa piacere guarire un raffreddore di testa, un varicocele, divertirmi con una rosolia, lo trovavo piacevole, ero medico per temperamento, lo sono…

LP È la sofferenza umana o la malattia in sé a interessarla?
LFC Oh non certo la sofferenza umana, mi dico: se soffre sarà ancora più cattivo del solito e si vendicherà e poi non ne vale la pena, se sta bene, molto meglio, buon pro gli faccia.

LP Quale tipo d’uomo le piace di più?
LFC Il costruttore.

LP E quale detesta di più?
LFC Il distruttore.

LP Quali sono gli scrittori che sente più vicini a lei e quelli che le sembrano agli antipodi?
LFC Tra gli scrittori m’interessano solo quelli che hanno stile, se non ne hanno non mi interessano. Delle storie ne sono piene le strade, vero?, ne vedo dappertutto, pieni i commissariati, piene le correzionali, piena la vita, tutti hanno una storia, e mille storie…

LP Lei parla dello stile, ma c’è nello scrittore un temperamento…
LFC E raro lo stile, signore, di stile ne abbiamo uno, due, tre per generazione, e ci sono migliaia di scrittori, poveri pasticcioni senz’ali, arrancano nelle frasi, ripetono ciò che ha detto un altro, o scelgono una storia, prendono una buona storia e poi dicono “credo che…” ecc., non è interessante. Mi è successa una cosa molto particolare, ho smesso di essere scrittore per diventare cronista, ho messo la mia pelle in gioco perché non dimenticate, la grande ispiratrice è la morte; se non mettete in gioco la pelle non ottenete niente, bisogna pagare! Ciò che si fa gratis è perso e anche più che perso,
otterrete degli scrittori gratuiti. Attualmente avete solo scrittori gratuiti, e ciò che è gratuito puzza di gratuito.

LP Quale sentimento le è più familiare? L’odio, il disprezzo, il disgusto, l’amore, l’amicizia, quale?
LFC Il lavoro. Sono un povero lavoratore, come diceva Cartesio, non ho più genio degli altri ma ho più metodo, non ho che un metodo ed è prendere l’oggetto e rifinirlo al massimo. Capisca, il vizio di questa civiltà, di questa piccola imitazione della civiltà greca è che vuole fare tutto molto in fretta, è come la canzonetta, vero?, “ancora un’altra, daccene ancora una, dai ti prego, ancora una…”, bene, è una stupidaggine. Comprende? Una questione che si risolve in dieci minuti, mentre in verità una novità è questione di cinquecento anni, di mille anni.

LP Quale è stata la più grande gioia della sua vita?
LFC Beh devo confessare di non averne molte, non sono un tipo gioioso, non sono un passante nella vita. Sarò contento quando sarò morto, ma desidero di morire nel modo meno doloroso possibile, è tutto, non sono assetato di dolore.

LP Crede in Dio?
LFC No, non ci credo affatto, no no, mi piacerebbe crederci, vecchio mio, certamente, ma io sono mistico, ma il buon Dio non ha l’aria di interessarsi molto alle cose che mi interessano, no no, mistico lo sono di certo, ma…

LP Ma dice di non avere avuto grandi gioie nella sua vita; dei grandi dolori, o comunque qualcosa…
LFC Ah per questo sono stato ben servito, di questi ne ho avuti in quantità, me ne hanno dati quanti ne abbisognavo, veramente, molti, non voglio insistere ma veramente, ne ho avuti…

LP Lei soffre quando pensa che certe persone dicono o pensano male di lei?
LFC Oh no, me ne strafotto, non mi interesso agli uomini, mi interesso alle cose, invece.

LP Crede all’amore?
LFC Se si prende la vita come una cosa divertente, beh allora evidentemente è bene l’amore, ma con tutta la sua volgarità, per esempio io non amo ciò che è comune, ciò che è volgare. Voglio dire che una prigione è una cosa distinta perché l’uomo vi soffre, mentre la festa di Neuilly è una cosa molto volgare perché l’uomo ci si diverte: è la condizione umana.

LP Ma lei, che nei suoi libri riveste il ruolo del profeta, profeta d’apocalisse, crede veramente che il cielo si oscurerà? Crede che tutto andrà male per gli uomini? Infine, ci dica se vuole, come vede l’avvenire immediato?
LFC Se tutti gli uomini non volessero andare in guerra, è molto semplice, direbbero «non ci vado», ma hanno il desiderio di morire, c’è questo desiderio, c’è una misantropia nell’uomo. Per esempio, quando vedete che avvengono incidenti, non credete che siano involontari, ci sono dei viziosi, ci sono delle persone che vanno veramente contro l’albero. Evidentemente il buonuomo non sale in auto dicendo «ora vado a precipitarmi contro un ligustro», ma la voglia c’è sempre, certo, e l’ho osservata a più riprese, specialmente nei chirurghi, negli uomini distinti, li vedo guidare le auto in maniera sospetta, e vanno… tutti gli uomini della terra dovrebbero solamente andare al municipio e dire «sapete, io non vado in guerra» e non ci
sarebbero più guerre. Se continuano a farla è perché la amano, questo desiderio…

LP Questo bisogno di distruzione?
LFC Mah, diceva Montluc, maresciallo di Enrico IV:«Signori e voi, capitani, che portate gli uomini a morte, perché la guerra non è nient’altro»…

LP Se dovesse morire all’istante, Dio non voglia, quale sarebbe il suo ultimo pensiero?
LFC Bah, arrivederci e grazie. È abbastanza; vedete, detto con garbo, non vi voglio male ma voi vi occupate di voi stessi, bene, io me ne sono occupato troppo, ho mancato di egoismo, è raro, perché il mondo ne è pieno, sì. * Intervista filmata da Louis Pauwels nella primavera del 1959, ma sottoposta alla censura per ragioni politiche indotte dalle affermazioni di
Céline. L’intervista verrà montata e trasmessa dieci anni dopo, in due puntate, l’8 e il 18 maggio 1969, col titolo D’un Celine l’autre, per la trasmissione “Bibliothèque de poche”, del secondo canale della televisione
francese.

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