Abbiamo visto “ Bastardi senza gloria ” regia di Quintino Tarantino.
Gli echi e i frastuoni della critica ci avevano messo sull’attenti: Vince con un cocktail di puro cinema… Tarantino 110 e lode… Gloria al cinema… per citare i titoli contenuti. Il provincialismo italiano lo aveva accolto negli studi televisivi e nei ristoranti come un genio compreso, amato e vezzeggiato. Un incrocio tra Sergio leone e Orson Welles. Abbiamo visto il film curiosi e speranzosi di immergerci nella fantastica macchina del cinema puro e infantile. Un pò come da ragazzi andavamo a vedere l’ultimo fantastico film di Spielberg. Abbiamo visto un papocchio narrativo, fastidioso per presunzione e leggerezza, al punto da giungere alla conclusione che Tarantino è solo un cazzaro di talento. Abbiamo trovato fastidiosissima la musica western su uno scenario rurale della Francia occupata nella prima scena, abbiamo trovato “ volgare “ mischiare la musica della Battaglia di Algeri ( ancora un film capolavoro ) con un’inquadratura scema e insulsa di un nazista imprigionato perche ha ucciso tredici nazisti e che viene liberato da ebrei americani “ bastardi “, abbiamo trovato insulso tutto quello che non aveva nemmeno contatto con la coerenza drammaurgica ( e non siamo dei puristi, e non siamo dei passatisti ). Ebrei e nazisti più o meno simili nel dare morte e violenza. Un blob marmellatizzato, un post moderno ideologico, aculturale. Ridateci gli Aldrich di Quella sporca dozzina, ridateci i Samuel Fuller e se non potete dateci i poveri Fulci o Castellari che facevano dei film simili con pochi soldi e senza gloria. Per concludere un sunto della storia, durante l’occupazione tedesca in Francia, Il Colonnello delle SS Hans Landa, dopo un mellifluo interrogatorio, decima l’ultima famiglia ebrea sopravvissuta, ma si salva la giovane Shosanna che riesce a fuggire. La ritroveremo proprietaria di una sala cinematografica in cui casualmente confluirà un doppio tentativo di eliminare tutte le alte sfere del nazismo: al piano messo in atto artigianalmente dalla ragazza col suo fidanzato nero si aggiunge uno più complesso organizzato da un gruppo di ebrei americani guidati dal tenente Aldo Raine.

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