Abbiamo visto “ Diplomacy – Una notte per salvare Parigi “ regia di Volker Schlondorff.
Diplomacy è tratto dall’opera teatrale Diplomatie del drammaturgo e sceneggiatore francese Cyril Gely. Al teatro de la Madeleine lo spettacolo ha avuto un enorme successo di pubblico nel 2011. Oggi a settantanni dai fatti effettivamente successi ( la decisone da parte di Hitler di radere al suolo Parigi ), il regista tedesco Schlondorff porta sullo schermo i fatti e l’interpretazione magistrale dei due bravissimi attori ( André Dussollier e Niels Arestrup ), e mostra una tale generosità facendo in modo che la sua regia si metta al servizio dei due protagonisti senza alcun invasione di campo né provando a rendere ’ cinematografico ‘ ciò che è una pura rappresentazione teatrale. Naturalmente il film parte da fatti realmente accaduti ma usa anche il fascino della fiction per creare una narrazione con ritmi e atmosfere di ottimo cinema. Infatti l’incontro tra il diplomatico svedese Nordling e il generale-governatore di Parigi von Choltitz appena giunto in città ( il 9 agosto ) non è avvenuto come ci viene raccontato, ma è certo che i due si sono incontrati varie volte, l’ultima pochi giorni prima del 24 agosto, per negoziare uno scambio di prigionieri politici tedeschi in cambio di prigionieri della Resistenza francese. Ed infatti l’unico punto fragile narrativamente è il cambio di decisione del generale von Choltitz, da convinto esecutore delle follie di Hitler a dubbioso prima e poi consapevole soldato che una città come Parigi non possa essere distrutta: nel film è la sgradevolezza e volgarità di due ufficiali nazisti giunti a Parigi su ordine di Berlino per rubare alcuni quadri dal Louvre la molla di tale cambiamento.
Durante la notte e l’alba tra il 24 e il 25 agosto del 1944, il generale-governatore von Choltitz sta ultimando i preparativi per far saltare in aria la città. E’ un soldato fedele ad Hitler, ha occupato Rotterdam ricevendo la Croce di Ferro, ha assediato Sebastopoli, ha combattuto in Italia, ma è anche un uomo stanco, malato di cuore e preoccupato della sorte della sua famiglia e delle possibili rappresaglie della Gestapo. L’ordine diretto di Hitler di distruggere la città è per punire il mondo intero per la guerra che si sta mettendo male, un po’ per punire ” l’arroganza dei francesi che credono che sia già finita ” e un po’ per rallentare l’avanzata anglo-americana che, oltrepassata Parigi, sarebbe giunta rapidamente alle Ardenne e quindi in Germania. Le mine sono già piazzate sotto tutti i ponti e nei palazzi storici come il Louvre e Notre Dame e si aspetta solo l’ordine definitivo del governatore che porterà alla distruzione completa della città e alla morte di almeno un paio di milioni di cittadini inermi. Ma poco prima dell’ordine compare dal nulla nell’ufficio del generale, all’Hotel Meurice, in Rue de Rivoli, che fungeva da quartier generale, il console svedese Raoul Nordling e iniziano le danze tra i due uomini che rappresentano all’inizio i due fronti contrapposti, due caratteri differenti, due condizioni umane opposte, ma in questo gioco degli specchi in cui l’uno deve convincere l’altro a non dare voce all’orrore hitleriano si svelano condizioni umane ( onore militare, obbedienza, coscienza ) e bugie che rendono tutta quell’alba un perfetta costruzione suii due personaggi. E verso la fine sembra proprio il generale ad essere più fragile dell’apparente bonario console, quando gli chiede ” Lei cosa farebbe al mio posto ? “… E infine giunge il giorno e l’arrivo degli alleati che libera Parigi.
Un film classico, perfetto nella ricostruzione, nei dettagli, con una perfetta regia e con un interpretazione dei due grandi attori che vale da sola il costo del biglietto.

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