Abbiamo visto “ Dunkirk “ regia di Christopher Nolan.

con Fionn Whitehead, Tom Glynn-Carney, Jack Lowden, Mark Rylance, Kenneth Branagh. Genere Azione/Drammatico – Usa, Gran Bretagna, Francia, 2017, durata 106 min. Uscita cinema giovedì 31 agosto 2017. Distribuito da Warner Bros. Italia.

Anche se Dunkirk racconta i dieci giorni drammatici della fuga franco-inglese davanti all’avanzata dell’esercito tedesco nel 1940 sulla costa atlantica, si può affermare che non sia un film di guerra, nonostante i soldati, gli aerei e la flotta. Non è nemmeno strettamente una storia di coraggio e di infamia, di dolore e sopraffazione, e non c’è nemmeno un tentativo di empatia con i personaggi che restano un po’ nebulosi, sconosciuti e distanti emotivamente dal pubblico nel grande affresco storico.   La sfida estetica e d’autore di Christopher Nolan è semplicemente uno splendido e magnifico esercizio di stile che riesce ad evitare ogni confronto con il genere di guerra e anche con un possibile paragone con altri registi ( da Samuel Fuller a Terrence Mallick a Stanley Kubrick ). Ancora una volta questo autore inglese quarantenne riesce a fondere vicende parallele in modo atemporale che collidono e si sdoppiano con un sapiente gioco di prestigio registico. In realtà, nonostante tutti sappiano come sia andata a finire a Dunkerque, riesce a realizzare un film in cui la suspense la fa da centro della storia e la narrazione gravita sulla lotta per la sopravvivenza di tanti giovani soldatini finiti quasi in una trappola. Nolan rispetta più o meno gli avvenimenti ( fregandosene del tutto però del nemico tedesco e quasi del tutto dell’alleato francese ) e ricompone i dieci giorni di sofferenza sulla battigia francese, componendo la storia in tre fasi temporali differenti ma contigue. C’è il giovane soldato Tommy ( Fionn Whitehead ) che confuso tra le centinaia di commilitoni ci metterà una settimana per riuscire ad attraversare il canale d’Inghilterra, a causa dei bombardamenti, le navi che sistematicamente vengono affondate dall’aviazione nazista e il pericolo del petrolio in mare; c’è l’ora, o poco più, in cui tre piloti inglesi sui famosi Spitfire Farrier ( Tom Hardy ), sono impegnati a fronteggiare l’aviazione tedesca e a cercare di salvare dal bombardamento qualche nave inglese; poi durante un’intera giornata c’è l’inglese Dawson ( Mark Rylance ) che con i suoi due figli adolescenti ( Tom Glynn-Carney e Barry Keoghan ), assieme ad altre barche di diporto attraversano la Manica per andare a soccorrere i soldati per riportarli nel Regno Unito e poter iniziare a preparare la guerra dopo la disfatta.

Se da un alto la splendida regia coinvolge lo spettatore in un’attesa spasmodica, dall’altra ci sono varie omissioni storiche che potevano anche solo essere menzionate ( come ad esempio il sacrificio di 30.000 soldati francesi perché gli alleati potessero fuggire ).

Christopher Nolan con il suo decimo e forse più significativo film, riesce a realizzare un piccolo gioiello, in cui rinnova, se non reinventa, qualcosa di nuovo nella storia del cinema di Guerra, che soddisfa un po’ tutti e che porterà la pellicola tra i candidati dei prossimi Oscar. C’è da sottolineare che pur raccontando di sofferenza e morte – presenti in quasi in ogni inquadratura – non mostra mai alcun compiacimento sulla sofferenza e riesce con abilità a non far sentire la presenza di mutilamenti, squartamenti e nemmeno sangue -.  E nonostante la violenza e l’azione interminabile di guerra non si sentono quasi mai urla, parole, frasi stereotipate, e prevale convintamente l’umanità rispettando tuttavia un’epicità silente e quasi privata all’interno di una moltitudine.

Un ottimo cast da Fionn Whitehead a Tom Glynn-Carney, dai veterani Mark Rylance a Kenneth Branagh, che tuttavia resta sullo sfondo emotivo dello spettatore.   Una fotografia splendida che rende il film un capolavoro impressionista ( l’olandese Hoyte Van Hoytema – pluripremiato e dopo vari film in Svezia e in Germania e giunto nelle grandi produzioni internazionali tra cui Interstellar, Spectre ), sapiente la colonna sonora ( Hans Zimmer, da oltre trent’anni realizzatore di numerose e conosciutissime musiche per film ) come da segnalare il montaggio di Lee Smith, abituale collaboratore di Nolan.

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