Abbiamo visto “ Francesca “ regia di Bobby Paunescu.
Il film è passato alla Mostra di Venezia di quest’anno in Orizzonti, avevamo letto che la storia era una dura critica contro il razzismo e gli stereotipi. Che la platea aveva sottolineato con applausi quando il padre della protagonista, che vuole andare in Italia e vuole la sua benedizione, dice “ C’è un sindaco a Verona di merda», e « La Mussolini, una troia che vuole ammazzare tutti i romeni »; e poi dalla platea, sottolineavano i giornali, ha raccolto applausi a scena aperta. Probabilmente abbiamo visto un altro film, un film lento, ansiogeno, drammaturgicamente sgangherato che ha almeno tre direzioni differenti e fino alla fine non si decide quale prendere. Quindi resta una Romania anonima, tuttavia decorosa e abbastanza simile all’Occidente, rimane una giovane donna che vuole partire per l’Italia per cambiare la sua vita, il suo compagno immerso nei debiti e perseguitato dagli strozzini e un’ironia in quello che sembra una critica all’Italia e alla sua intolleranza e invece sono una serie di luoghi comuni, da leggende metropolitane come ci sono dappertutto ( “in Italia sequestrano i romeni per sottrargli gli organi, noi abbiamo i migliori organi d’Europa”).
Francesca è una giovane, paziente e carina maestra d’asilo che vuole emigrare in Italia per fare soldi e semmai aprire un suo asilo, ma soprattutto nella speranza di una vita migliore con il suo compagno. Ha i soldi per partire e la promessa di un lavoro come badante nella provincia milanese. Lei è disposta ad affrontare ostacoli e rischi pur di realizzare il suo sogno: Il piano prevede che il suo ragazzo la raggiunga in Italia dopo un mese, appena porterà a termine un piccolo affare. E tutto questo avviene in oltre un’ora di film. Francesca parte ma per il suo ragazzo Mita le cose prendono una piega pericolosa e drammatica e Francesca verrà a sapere il tutto per telefono mentre il suo pullman la sta portando in Italia…
Del regista Paunescu sinceramente non sappiamo nulla come abbiamo difficoltà a ricordare film precedenti degli attori protagonisti: Monica Birladeanu, Doru Boguta e Teo Corban. Cosa dire ? Una sceneggiatura modesta e una regia senza fantasia o improvvisi guizzi: con la macchina da presa fissa e senza primi piani quando servirebbero come il pane. L’attrice protagonista è credibile come credibili sono tutto gli attori ma senza possibilità di far notare la loro bravura.

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