La vita di Marcello, Irma e gli altri, vecchi e giovani, è affacciata sui binari, sui quartieri popolari, sulle periferie colorate dai graffiti, sul dialetto romano che sembra sdrammatizzare ed enfatizzare qualunque situazione, sulle vie buie in cui sostano gli uomini e le donne della notte, sulle radio di quartiere, sul piccolo schermo televisivo, sull’Italia che ogni sera, da anni, calca il palcoscenico e si siede sulle poltrone del “Maurizio Costanzo Show”. Marcello (Arturo Paglia), lavora in un bagno pubblico, ha una storia di sesso e di tenerezza, forse d’amore, con Irma (Jo Champa), ha una percezione chiara e, nello stesso tempo, sfocata della propria umanità. Pochi e precisi pensieri, in ordine sparso. Scrivere a Maurizio Costanzo, fare ogni tentativo per partecipare al rito Tv, rubare un auto, perdersi in una notte esagitata e violenta, guardare gli altri e guardarsi vivere e sopravvivere. L’esordiente Domenico Astuti ha una certa sensibilità nel descrivere questo mondo e queste emozioni. Tratteggia, con pochi elementi, la fisionomia di alcuni personaggi. Altri sono appena abbozzati.

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