Pensieri come onde su Paco Ignacio Taibo Secundo e le avventure di Hector Belascoaran.
Con il Messico ho un rapporto di nostalgia e d’affetto, come si può conservarlo con una fidanzata di gioventù. Quando si incontra un vecchio amore ( in questo caso, romanzi ) il cuore batte di ricordi e di riverberi esistenziali. Vengono alla mente lo spirito ribelle, le spiagge incontaminate di un tempo ( Zipolite… Puerto Escondido ), i mariachos di Piazza Garibaldi con le fetide strade intorno che portano allo Zocalo, degne tutt’oggi di un romanzo di Balzac, l’ebbrezza di un libro di Juan Rulfo, il patio di casa di Frica Kalho a Coyoacan , il muro impiombato di proiettili della camera da letto di Leone Trockij, i murales di Diego Rivera e di Orozco, il corpo meraviglioso di Tina Modotti, il viso banditesco e allegro di Pancho Villa e quello rigoroso e ostico di Emiliano Zapata. Ecco, quello che rimane di tutto questo, del Messico che fu e di quello che è, lo ritroviamo nella scrittura, nei personaggi perdenti e nelle descrizioni disincantate e libertarie di Paco Ignacio Taibo II. Più di 50 titoli pubblicati ( romanzi, racconti, fumetti, reportages, saggi storici – tradotti in molti Paesi. Tra i libri, alcuni romanzi che hanno per protagonista Héctor Belascoarán Shayne; non sono solo gialli, sono quasi dei pretesti per poter descrivere la società messicana, la sua precarietà, l’incredibile corruzione diffusa, la povertà e l’enorme ricchezza, ma anche la semplicità, l’umorismo e la voglia di vivere dei messicani. Hanno la freschezza di un’agua de melon, il colore di un mercato di frutta di Cuernavaca, il ritmo di un baile latinoamericano, la rabbia morale di chi è sconfitto ma che non si arrende. I suoi debiti narrativi – come li dichiara in un altro libro – sono verso “una generazione di scrittori-giornalisti che va dagli anni Dieci ai Trenta ( Larissa Reisner, John Reed, Sender, Hemingway), genere scomparso e ricomparso negli anni Sessanta (Mailer, Wolfe, Kapuscinsky, Leguineche, Cooper, Mc Guinis, Walsh). Scritti potenti e innovativi della letteratura non di invenzione, romanzi basati sui fatti”.
Paco Ignacio Taibo II (Francisco Ignacio Taibo Mahojo) nasce in una famiglia che è un romanzo a sua volta. Faccio una breve digressione… Suo nonno paterno apparteneva al gruppo dirigente del Partito Socialista, partecipò alla insurrezione del 1934 e alla Guerra Civile Spagnola del 1936. Il fratello della nonna paterna era direttore del giornale socialista “El Avance” ed entrambi furono prigionieri nelle carceri franchiste per le loro attività politiche. Il nonno materno procurava armi agli anarco-sindacalisti e durante la Guerra Civile armò un peschereccio e combatté la sua guerra contro il franchismo, fino a morìre con tutto il suo equipaggio, dopo l’affondamento dell’imbarcazione. Negli anni terribili della dittatura di Francisco Franco la famiglia lasciò la Spagna e si trasferì in Messico, un Paese che aveva accolto profughi e perdenti di molte rivoluzioni. In Messico il giovanissimo Paco Taibo jr. si impegna intensamente nel movimento studentesco, inizia il lavoro di giornalista e quello di scrittore. Tra i suoi romanzi più importanti, Rivoluzionario di passaggio (De paso,), Come la vita (La vida misma), Sentendo che il campo di battaglia (Sintiendo que el campo de batalla…), Ma tu lo sai che è impossibile (Que todo es imposible), Te li do io i Tropici (Así es la vida en los pinches Trópico); tra i saggi Senza perdere la tenerezza – Vita e morte di Ernesto Che Guevara (Ernesto Guevara, también conocido como el Che), Un rivoluzionario chiamato Pancho (Pancho Villa: una biografía narrativa). E poi, i romanzi con Héctor Belascoarán Shayne, l’ultimo è stato scritto nel 2004 con il Subcomandante Marcos: Morti scomodi (Muertos incómodos).
Il libro che voglio segnalarvi è “ Le avventure di Héctor Belascoaràn, una raccolta di tre romanzi, Giorni di battaglia, Il fantasma di Zapata, Qualche nuvola.
Dopo aver abbandonato un lavoro sicuro e aver divorziato, Héctor, un uono sulla trentina, s’inventa la professione di investigatore privato nella sua amata Città del Messico (“Ogni città ha il detective che si merita”). E’ un uomo deluso dalla vita, sfortunato ma ancora anarcoide nel modo di porsi e di vedere il mondo. Divide l’ufficio con un idraulico, un tappezziere e un ingegnere che si occupa di fogne. Ha un fratello impegnato politicamente a sinistra, una sorella reduce da un divorzio e una fidanzata fantasma. È brutto e, dopo alcune investigazioni, orbo e claudicante. Le storie sono naturalmente ambientate a Città del Messico.
I romanzi gialli non dovrebbero essere mai raccontati, sono quasi una perfidia di chi li presenta, come se si volesse togliere al lettore l’infanzia , l’età della scoperta, il viaggio verso un ignoto piacevole se piacevole è la scoperta. Quindi vi faccio un breve accenno, vi invio un odore, uno stimolo, una curiosità.
Giorni di battaglia… uno strangolatore di donne si aggira sicuro per Città del Messico e Hector Beloascoaràn investiga per acciuffarlo. Le uniche piste per capire qualcosa sono ciò che viene lasciato sul corpo delle vittime e firmato con lo pseudonimo “ Cerevro “…
Il fantasma di Zapata… il detective deve risolvere ben tre casi, ha l’incarico di scoprire dove si nasconde il vecchio rivoluzionario Emiliano Zapata, la leggenda lo vuole ancora vivo; c’è una bellissima attrice di pellicole hard, che gli chiede di scoprire cosa ci sia dietro il tentato suicidio della figlia; si presenta una associazione di industriali che chiede di far luce sull’assassinio di un dirigente poco amato da colleghi…
Qualche nuvola… Héctor se ne sta su una spiaggia sperduta del Pacifico senza alcuna voglia di tornare a Città del Messico ma un’amica che non rivede da molto tempio rischia di essere uccisa per una storia di eredità. Luisa sa che, come sempre, la giustizia non trionferà. Ma non è un buon motivo per arrendersi. Unici alleati nella battaglia due lottatori un tempo famosi con i nomi di Orrore e Angelo II…
“ Le avventure di Héctor Belascoaran “ scritto da Paco Taibo II – Il Saggiatore – Tascabili. 2009

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