Abbiamo visto “ Le regole del caos “

Un film di Alan Rickman sceneggiatura di Alison Deegan, fotografia Ellen Kuras, montaggio Nicolas Gaster. Con Kate Winslet, Matthias Schoenaerts, Alan Rickman, Stanley Tucci, Helen McCrory. Titolo originale A Little Chaos. Drammatico, durata 112 min. – Gran Bretagna 2014

E’ un film che parte con delle buone intenzioni, ci vuole raccontare dall’interno la Francia di Luigi XIV°, con un re sole e la sua corte di nobili tenuta reclusa per essere sotto scacco ed evitare congiure e complotti, la costruzione dei giardini di Versailles non ancora reggia, il dramma segreto di una bella Sabine ( Kate Winslet ) che vive da sola ed è diventata una giardiniera proto-femminista che affronta tutte le ostilità dell’epoca. E il tutto costruito intorno alla contrapposizione di idee sulla necessità di un po’ di caos contro la dittatura dell’ordine nella costruzione di giardini seicenteschi. Naturalmente questa contrapposizione sarebbe dovuta essere da cornice per raccontare l’autenticità della bella e dialogante e forse caotica Sabine de Barra che è naturalmente contro le ipocrisie del potere e dei modesti nobili di corte. Buone intenzioni e probabilmente troppo profonde per il regista-attore Alan Rickman ( L’ospite d’inverno, 1997 ), più attento alla messa in scena, apparentemente impeccabile e forse stereotipata, che non all’approfondimento dei temi. Il suo passato, più da attore che da regista, lo rende attento nella conduzione della recitazione degli attori e nella descrizione di piccoli dettagli ma fa perdere in narrazione e in originalità il quadro d’assieme. Quindi da un affresco politico ed esistenziale il film si trasforma ben presto in un period-movie, dal racconto british ( il re che dichiara che fa costruire Versailles perché è meglio per i figli vivere fuori città ormai caotica ) che però dovrebbe avere uno stile tout court francese. E quest’ultima contraddizione fa gridare all’orrore quegli esteti che nella versione originale english-speaking, provano spaesamento per la contraddizione nella fisicità degli attori, nel loro linguaggio corporeo, rispetto a quanto raccontato e messo in scena.   E viene d’obbligo far un confronto tra Le regole del caos e Les adieux à la reine del regista francese Benoît Jacquot. Pur essendoci un cast d’attori notevole che ingentilisce il racconto, ci sembrano per motivi vari fuori ruolo, improbabile lo stesso Alan Rickman nel ruolo del re, come quello del funambolico Stanley Tucci in quello del fratello gaio e dall’humor, poco francese, sempre pronto e il nuovo divo Matthias Schoenaerts ( simile nel ruolo romantico in Suite Francese e dall’espressione così contenuta e poco sfaccettata da ricordare un personaggio dei telefilm di Derrick ).

Una storia che parte in modo accurato e originale e che fa sperare in un Cinema dal racconto inconsueto e autentico ma la storia si slabbra dopo poco producendo una narrazione oltre che una drammaturgia routinaria e abbastanza banale ( bruttissima la ricostruzione della morte della figlie e del marito ); diventano quelle regole del caos solo una enunciazione di intenti non mantenuta.

Siamo nel 1682, nella Parigi di corte. Il progettista di giardini Le Notre ( Matthias Schoenaerts ) deve scegliere un ‘ giardiniere ‘ per la costruzione del giardino della reggia di Versailles. E nonostante un incontro-scontro sull’idea caos-ordine, nonostante sia una donna, sceglie come capo dei lavori la giardiniera De Barra ( Kate Winslet assai brava ma non più trentenne ). Durante il duro lavoro di costruzione lei cerca di elaborare il lutto per una tragedia del passato mentre Le Notre è costretto a fare i conti con il presente, la sua nobile consorte lo tradisce per troppa possessività. Naturalmente l’avvenenza e l’espressione malinconica di lui attrae Sabine, mentre la dolcezza ferma e la tenacia di lei, la avvicinano ad André. Il tutto tra complotti di corte, piccole e grandi gelosie umane e professionali che avvengono sotto lo sguardo austero e regale di Luigi XIV°.

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