Abbiamo visto “ Loveless ” diretto da Andrey Zvyagintsey

con Maryana Spivak, Aleksey Rozin, Matvey Novikov, Marina Vasilveva. Genere, Drammatico. – Russia, 2017. Durata 128 minuti. Uscita 6 dicembre 2017. Distribuito da Academy Two.

Zhenya e Boris sono una coppia ancora giovane che si è separata. Nonostante abbiano già due nuovi partner assolutamente affidabili e gentili, conservano un rancore e un risentimento tali da renderli due esseri orribili; probabilmente lei ritiene di essere migliore di ciò che riceve dalla vita, mentre lui è privo di personalità emotiva, un sacco vuoto. Chi ne paga le conseguenze dei loro scontri e della loro pochezza umana è il povero figlio dodicenne Alyosha, che nessuno dei due ama veramente e in pratica non sanno cosa farsene. Il povero bambino solitario e silente assiste all’indifferenza dei genitori oltre che ai terribili litigi che hanno, non ricevendo da loro nessuna attenzione.   Mentre il padre è distante ed è già in attesa di un nuovo figlio dalla giovane compagna e la madre passa la notte dall’amante, Alyosha decide di scomparire; ma la madre solo dopo quasi due giorni si accorge che il bambino non è in casa e si è assentato da scuola. Fanno la denuncia alla polizia, si fanno aiutare da un’associazione che aiuta a trovare gli scomparsi, e su insistenza di un volontario si mettono stancamente alla ricerca del bambino, provando anche a cercarlo dall’orribile nonna materna. Per qualche giorno la loro vita cambia ma non certo il loro modo di sentire e vedere il mondo…

 

Andrey Zvyagintsey continua col suo racconto sulla società russa ( iniziato con il notevole Il ritorno, 2003 e proseguito con Elena 2011 e Leviathan 2014 ), con una realtà priva di punti di riferimento, fatta di solitudine e al limite dell’umano. E con Loveless, la realtà umana appare sempre più statica, immobile, asfittica e per questo disumana se non agghiacciante. Con il solito stile asciutto e algido, Zvyagintsey descrive i due protagonisti privi di qualsiasi pietà, senza alcuna empatia o solidarietà umana, e così facendo mette in discussione l’intera società russa; allo stesso tempo sceglie di non trovare alcuna giustificazione per l’atteggiamento dei singoli che hanno perso qualsiasi senso di humanitas e di appartenenza familistica e vivono in un egoismo asfittico e atroce.   La madre, Zhenya ( una convincente Maryana Spivak ), rimasta incinta casualmente e sposatasi per fuggire di casa e da una madre priva di qualsiasi sentimento, tratta questo figlio come un impiccio ed è convinta che la nuova relazione cambierà la sua vita: probabilmente più economicamente che sentimentalmente; il padre Boris ( Aleksey Rozin, anche lui molto bravo ) osserva questo figlio solo come un fastidio ma allo stesso tempo ha già messo incinta la giovane nuova compagna con la quale ha un legame che invece di dargli una nuova speranza lo rinchiude ancora più in se stesso: in fondo l’unico interesse che ha Boris verso la moglie e il figlio deriva dal fatto che nell’azienda in cui lavora si deve essere regolarmente sposati altrimenti si perde il posto; e poi c’è il tartassato Alyosha ( Matvey Novikov ) che non sembra appartenere a nessuno se non alla sua sventura di figlio e paga tutti i peccati del mondo.

Zvyagintsey è un regista rigoroso e forse implacabile, che resta nella mente dello spettatore, vedere un suo film è impegnativo emotivamente e quasi assoluto nell’analisi; è un po’ come ritornare a un cinema d’altri tempi, in cui restano ancora dei rimandi dal cinema di Sokurov a quello di Tarkosky, del primo probabilmente c’è la spasmodica ricerca del senso della vita, senza tuttavia trovarla, del secondo lo sconfinamento tra natura e umanità. Con Loveless riconferma le sue doti più profonde, raccontando una storia di disperazione umana con stile minimalista e realista, con un prologo e un epilogo straordinari per il cinema di oggi e anche lo svolgimento della storia è senza compromessi, di un’asprezza coraggiosa e una carica di dolore fuori dal comune ( la scena dell’obitorio ).

Il film ha ottenuto il Premio della giuria all’ultimo Festival di Cannes ed è candidato all’Oscar come miglior film straniero.

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