Abbiamo visto “ Quando meno te lo aspetti “ regia di Agnès Jaoui.

Jaoui e Bacri sono una ex coppia del Cinema francese ( si sono separati l’anno scorso ma continuano a lavorare assieme ), sono attori, sceneggiatori e lei è anche una ottima regista.  Ci hanno regalato alcuni film importanti, uno fra tutti “ Il gusto degli altri “ affresco di un’umanità alla ricerca dell’amore, di un senso della vita, in pratica di se stessa.   Ma hanno anche scritto film per Alain Resnais come “ Smoking / No Smoking “ e “ Parole, parole, parole “ e per altri registi francesi come Cédric Klapisch.  Adesso la “ coppia “ ispirandosi liberamente a “ Into the woods “ un musical di Stephen Sondheim, ripreso dal libro “ Il mondo incantato “, una rivisitazione delle fiabe tradizionali  e in particolare dei Fratelli Grimm, ripropongono i temi a loro cari in una storia corale e intrecciata.   Possiamo facilmente riconoscere il mix di favole da “ La bella addormentata “ ( Laura che però si sveglia solo dopo una specie di coma etilico ), “ Cenerentola “ ( Ma è Laura a trovare la scarpa di Sandro che scappa via a mezzanotte per andare a prendere la madre al lavoro ), “ Cappuccetto Rosso “ ( dove il lupo è Maxime, il manager musicale ); invece la ‘ strega cattiva ‘ prenda l’aspetto della madre di Laura che rifiuta la vecchiaia ( le cui ansie sulla eterna giovinezza dovrebbero farci riflettere sui condizionamenti  della nostra società ), mentre la Jaoui si scrive addosso il ruolo di una specie di fata che ricorda la fata Lila di “ Pelle d’asino “ e   Jean-Pierre Bacri interpreta Pierre, padre di Sandro, che richiama Geppetto del nostro ‘ Pinocchio ‘.  Ma il centro del film è, come nei precedenti, sulle varie sfumature dell’amore e parallelamente sulla credenza e le superstizioni.   Film anche complesso e sicuramente ambizioso e forse troppo strutturato nella scrittura che paga dazio ad autori più robusti ( Resnais tanto per rimanere nello stesso perimetro ) e rende il tutto meno interessante dei film precedenti, tuttavia i personaggi restano lievi, coerenti e, anche se un po’ troppo costruite a tavolino, ogni tanto ci si fa una risata mai volgare o facile.

Laura è una giovane donna poco più che ventenne, con un padre ricco e corrotto sotto inchiesta e una madre che va avanti a botox.  Attende romanticamente il principe azzurro e davanti ai suoi occhi appare Sandro, un ragazzo tenero e sensibile che scrive musica da camera e sta per diventare qualcuno nel suo settore: sembra che il sogno di Laura si stia realizzando ma il ragazzo è reale ed è afflitto dai soliti problemi dei giovani, una casa, dei soldi, la carriera.  La loro relazione sembra andare bene ma nella loro vite entra il fascinoso Maxime che aiuta Sandro nel concerto che sta per mettere in scena e farà innamorare di lui Laura, al punto che lei abbandonerà dopo un solo incontro il suo principe  dolce e semplice.  Ma questa è solo una delle storie, un‘altra è quella del padre di Sandro ( Jean-Pierre Bacri ), un uomo sulla sessantina, gestore di una scuola guida e tipo silente e solitario, che vive con devastazione la profezia di una cartomante che gli dice la data prossima della sua morte; poi c’è Marianne ( Agnès Jaoui ), la zia di Laura, attrice che fa ancora dei provini e per vivere prepara una recita per bambini.  E’ una donna che ha parecchi problemi ma che cerca di essere propositiva nella vita, deve rielaborare la sua separazione ed ha una figlia adolescente che legge la bibbia ed è sempre più silenziosa; decide di riprendere a guidare  e così conoscerà Pierre.  E poi c’è Eleonore, la fidanzata senza illusioni di Pierre, Jacqueline, la sua ex moglie che lavora in un bar, Marianne e Eric e Maxime e altri ancora.

Un film che racconta con tocco leggero i vari drammi esistenziali e amorosi di esseri soli e frastornati.  Con un giusto sapore di retrogusto amaro come avveniva sapientemente nelle Commedie all’italiana degli Anni Sessanta.   E con un happy and che non stride perché possibile e reale, in questo caso i cuori nella tormenta trovano un equilibrio e una speranza di vita nonostante le paure, le ferite e le disillusioni.  E termina con la frase ” E vissero felici e contenti ” e si tradirono molto.

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