Abbiamo visto “ The Imitation Game “ regia di Morten Tyldum.

Tratto dalla monumentale biografia di Andrew Hodges ( Alan Turing. Storia di un enigma. pubblicata in Italia da Bollati Boringhieri ) e quindi ispirato alla storia vera di Alan Turing, il matematico, logico e crittoanalista inglese. E’ un biopic assai convenzionale, con un buon cast e un’ottima fotografia ma dalla struttura narrativa troppo ridondante, incerta nelle scelte da fare e con uno stile che sfiora il racconto televisivo ‘ politicamente corretto ‘. La scelta registica ha voluto sviluppare il film a strati, e quindi è un continuo su e giù di epoche diverse che rimangono sullo sfondo, di quando Turing era uno studentello odiato dai compagni di college e aveva dei problemi come i ragazzi autistici, di quando è un giovane professore un po’ antipatico e arrogante, quando diventa capo di un gruppo segretissimo di ricercatori, quando poi è arrestato per omosessualità e quando completamente isolato decide di uccidersi ( ma questo è omesso ). Il film è un po’ come quei piatti che si mangiano anche con piacere ma che lasciano un sapore troppo intenso, fatto con troppe spezie e con un retrogusto da finale inutile, ampolloso e un po’ patetico. Eppure la vita maledetta del signor Alan Turing è un biopic ottimo se si vuole raccontare il truce conformismo verso la diversità, riflettere su persone che nessuno immagina che possano fare certe cose, sul conflitto tra un genio dei suoi tempi e la mediocrità che lo circonda, sulla difficoltà di decidere della vita e della morte degli altri, dell’irriconoscenza che una società ha verso i suoi figli migliori. Ma ci sarebbe stato bisogno, per trattare tutto questo, di scrittori di Cinema che conoscono il melodramma e di un regista che abbia una cifra stilistica complessa e fuori dagli standard. Perché si parla di un uomo a cui si deve più di qualcosa nella vittoria nella Seconda Guerra Mondiale ( si ipotizza che grazie a lui la guerra sia durata meno e abbia salvato molti milioni di persone ), perchè è stato l’anticipatore dell’invenzione del computer, il creatore della omonima macchina di Turing, un potente strumento teorico che viene largamente usato nella teoria della calcolabilità, e ha permesso anche tutta una serie di ricerche scientifiche successive. Eppure nel racconto risulta solo un uomo stravagante, un po’ troppo narcisista, ossessionato dal lavoro e in fuga dalla vita.

La storia inizia nel 1951 a Manchester, avviene un banale furto in casa di uno sconosciuto professore universitario; c’è un ostinato poliziotto che decide di indagare anche se il professore non vuole e il sospetto del poliziotto giunge alla conclusione che l’uomo sia un agente segreto sovietico. Non è vero, qualcun altro scopre che è una storia tra omosessuali, ma l’agente lo fa fermare e l’interroga; Turing inizia a raccontare la sua storia partendo dall’episodio di maggiore importanza per lui: il periodo, in cui con un manipolo  di matematici, ha l’ordine di decrittare il codice Enigma, ideato dai Nazisti per comunicare le loro operazioni militari in forma segreta. È il primo di una serie di flashback che scandaglieranno la vita dello scienziato morto suicida a 41 anni, di quando era ragazzo ma soprattutto del 1941, durante i giorni peggiori della Seconda Guerra Mondiale, quando l’Inghilterra è l’unica nazione che resiste ai nazisti ma è allo stesso tempo affamata e pessimista. Il Governo della Gran Bretagna decide di assumere alcuni crittoanalisti e matematici per decifrare i messaggi dei tedeschi in modo da poterne anticipare gli attacchi. L’impresa è quasi impossibile, bisogna scoprire come tradurre la macchina Enigma; ben presto il matematico Alan Turing ( un bravo e un po’ inquietante Benedict Cumberbatch ), diventa per ordine di Churchill il capo del gruppo. Turing è un genio ma è rigido, solitario e narcisista ed entra in conflitto con tutti, ma per fortuna compare nel gruppo una geniale e bella matematica Joan Clarke ( un brava Keira Knightly ), la donna aiuta Turing ad entrare in empatia con i suoi stretti collaboratori, lo segue nelle ricerche, crea tra loro due un rapporto di affetto e stima e lo aiuta nel risolvere il codice. I due trascorrono molto tempo insieme e per affetto e convenienza reciproca decidono anche di sposarsi. Ma finita la guerra il gruppo viene sciolto, il progetto Enigma distrutto e Turing decide di non sposarsi più e se ne ritorna da solo alla vita precedente di professore universitario… Ma poi, dopo il furto in casa, la polizia scoprirà la sua omosessualità e che il furto è avvenuto in quegli ambienti. All’epoca In Gran Bretagna l’omosessualità era un reato per cui si veniva condannati al carcere o alla castrazione chimica. E Turing pur di non finire in carcere, e perdere la possibilità di lavorare a casa, accetterà la cura farmacologica che lo debiliterà e lo allontanerà da qualsiasi dinamica di vita.

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