I novant’anni di Tonino Guerra.
A volte le coincidenze possono risultare grottesche, in queste settimane si sta rappresentando al pubblico ludibrio la decadenza di una classe dirigente trimalciona, inattendibile, arrogante incolta e dai colori scuri. Proprio il 16 Marzo ricorre il compleanno di uno dei maggiori sceneggiatori europei che nella sua lunga carriera ha collaborato con registi italiani come Vittorio De Sica, Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Francesco Rosi, i fratelli Taviani, ma anche con Theo Angelopoulos, Jacques Deray, Andrei Tarkovsky. Tonino Guerra nella sua lunga carriera, iniziata nel 1956 con “Uomini e lupi “ di Giuseppe De Santis ( anche con questo titolo si potrebbero raccontare i nostri tempi ), ci ha raccontato il fascismo e la resistenza in maniera non convenzionale con “ Amarcord “, “ La notte di San Lorenzo “, “ Cristo si è fermato a Eboli “; ci ha raccontato l’Italia de “ La notte “ di Antonioni e ha continuato con lo stesso Maestro nella ricognizione critica di una società caratterizzata da un crescente benessere materiale, ma anche da una profonda crisi esistenziale; ci ha narrato della corruzione del potere con “ Il caso Mattei “, “ Cadaveri eccellenti “, “ Dimenticare Palermo “. Forse lui, con i suoi ‘autori’, non avrebbe mai immaginato un’Italia in una deriva morale ed etica di tali proporzion, però nel suo raccontare e ‘ vedere ‘ possiamo intuire oggi quella fragilità, quella crisi che ci attanaglia forse irrimediabilmente. Come ci fosse caduto addosso senza nemmeno accorgercene un genocidio culturale e morale da fine dell’Impero.
Ma questo è un compleanno e allora dimentichiamo per un attimo le oscenità del quotidiano e festeggiamo questo arzillo signore che compie novanta anni e che si regala un ennesimo libro pubblicato da Bompiani “ La valle del Kamasutra “. Perché Guerra è sì un testimone narrante del Novecento attraverso il cinema, ma è anche scrittore e soprattutto poeta dialettale e in lingua. E’stato ed è un incredibile affabulatore che ha affascinato tutti coloro che hanno avuto la sventurevole fortuna di ascoltarlo in qualche Università o in qualche seminario. E’ un incredibile e generoso amico come ha detto una volta il regista russo Andreij Krjanovsky “ Sei un uomo generoso. Molto generoso. So che decine di amici russi godono la tua ospitalità, si nutrono dei tuoi consigli professionali. Tu come l’uomo veramente generoso, hai un pò di vergogna della tua generosità. Prendi te stesso in giro, quando doni un pezzo di piadina all’amico russo. Grazie Tonino “. Un novello Virgilio per piccoli e grandi Maestri del cinema come ha detto il critico-scrittore Tullio Kezich “Un poeta è la guida suprema al quale affidarsi sui sentieri dell’esistenza umana; e, ovviamente, anche su quelli dell’arte. Non a caso Dante, che se ne intendeva, scelse Virgilio come sua guida nell’itinerario attraverso Inferno e Purgatorio; e se non ci fossero state certe regole da rispettare se lo sarebbe portato dietro nei cieli del Paradiso. Allo stesso modo i maestri del cinema, italiano e no, hanno spesso individuato l’ideale compagno di viaggio in Tonino Guerra, il bardo di Santarcangelo che conosce il segreto di nobilitare le ispirazioni tramutandone, con un tocco qui e un tocco là, segni, umori e colori “. E l’artista Muky ,parlando di Tonino ha detto “ L’uomo unico cammina fra raggi di sole e fiocchi di neve. Cervello d’aquila. Occhi di falco. Labbra pronte alla parola. Mani agilissime nel tracciare inventive. Figura rivestita in panni sportivi. Sul capo berretto con visiera. Il corpo racchiude un cuore fantastico; abbraccio l’universalità delle Arti e noi amici di tutte le età “
Tonino Guerra nasce a Santarcangelo di Romagna il 16 Marzo del 1920. Inizia come maestro elementare, ma nel 1943, durante la guerra, viene catturato, deportato in Germania e internato nel campo di concentramento a Troisdorf., dalle parti di Colonia. Una volta ha detto “ Mi ritrovai con alcuni romagnoli che ogni sera mi chiedevano di recitare qualcosa nel nostro dialetto. Allora scrissi per loro tutta una serie di poesie in romagnolo “.
Ritornato in Italia alla fine della guerra si laurea in pedagogia presso l’Università di Urbino ( nel 1946 ), con una tesi sulla poesia dialettale. In quella Università insegnava Carlo Bo che apprezza le sue poesie; altri riscontri positivi e decide di pubblicare a sue spese la raccolta “ I scarabocc “ (Gli scarabocchi); Bo ne firma la prefazione.
Nel 1952 pubblica un romanzo breve “ La storia di Fortunato “. Nel 1953 si trasferisce a Roma, dove inizia la sua lunga carriera professionale come sceneggiatore. Negli anni Sessanta inizia a frequentare l’Unione Sovietica, quello che di eccezionale conteneva la cultura russa. Nel 1975 è più che mai vicino a quel mondo di poesia e di incanto che gli ha porta in regalo la sua seconda moglie Eleonora Kreindlina, chiamata Lora, conosciuta appunto nel ’75, con cui si unisce a Mosca il 13 settembre del 1977. Testimoni di nozze Michelangelo Antonioni per lui, Andrej Tarkovskij per lei. E’ pieno di gratitudine nei confronti di Lara, e come scrive qualcuno “… e lo sarà sempre, perché ella gli ha permesso di catturare i frutti più maturi e rigogliosi di quella grande cultura, così carica di nutrimento con i suoi infiniti suggerimenti, idee, misteri, storie, miti, leggende, e per avergli permesso di conoscere figure straordinarie appartenenti a quel mondo. Si lega a registi e artisti che poi contribuisce a far conoscere e amare nel mondo, talvolta travagliati per la loro condizione di perseguitati o mal tollerati dal regime sovietico “
Negli anni Ottanta torna a vivere in Romagna. Dal 1989 vive e lavora a Pennabilli, nel Montefeltro e ha ricevuto la cittadinanza onoraria in riconoscenza dell’amore dimostrato nei confronti di quella zona. Una sua installazione artistica, “L’albero della memoria”, è esposta a Forlì, presso i Giardini Orselli. Nel 2004, ha compiuto un peccato veniale, è stato testimonial di una catena di negozi di elettronica, creando il tormentone dell’ottimismo,
Cosa aggiungere, solo un sincero augurio di mille altri sogni.

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