Abbiamo visto “ Basta che funzioni “ diretto da Woody Allen.
Dopo tre film fatti in Europa, Allen torna nella sua New York. Riprende la magica leggerezza degna di un romanzo di Turgenev, di un brano di Chopin; degno del migliore Allen. Sì, qualcuno dice che è il “ solito “ film di Woody, sempre lo stesso; e che male c’è ? se è scritto alla grande, diretto magistralmente e recitato al meglio. E poi quanti grandi registi hanno fatto “ sempre lo stesso film “. E poi in questi anni dal prodotto cinematografico conformista, televisionato, già visto.
E’ un film in cui si respira un’aria di libertà, di innocenza, di levità, di assurda purezza. Pieno di battute che fanno ridere, ma ancora di più bisogna fare attenzione ai dialoghi che fanno “ riflettere “. Forse sarebbe giusto vederlo una seconda volta proprio in questa chiave. Dialoghi tra speranza e nichilismo, tra frivolezza e cinismo, tra natura e corruzione, tra caso e coscienza, tra fisica quantistica e viagra. E Allen in questo campo ha raggiunto la perfezione stilistica, la conoscenza filosofica della vita e quindi diffidando perfino di quel “Dio è un arredatore” che non ci consiglia di sceglierlo perché ha la cognizione che la prossima casa è più bella.
La storia ? Un sessantenne divorziato, pensionato, fobico, una ventenne poco intelligente, sbandata e bisognosa. La loro storia d’amore tanto incredibile quanto possibile; la madre di lei, abbandonata, sbandata e ipercredente che con facilità istaura un menage a trois”, un ex marito traditore che scopre semplicemente di essere un gay. Un giovane attore che si innamora della ragazza e la porta via . Come sulla pista da ballo, delle coppie e delle età giuste. Per il protagonista abbandonato un tentativo di suicidio, meglio buttarsi giù dalla finestra e cadere sulla donna giusta, della sua età e per di più veggente;che alla domanda “ma se sei una medium perché non hai visto quel che capitava?” lei pluriingessata nel letto risponde teneramente: “forse lo sapevo”.
Peccato solo che mister Allen abbia 73 anni e non si senta cinematograficamente credibile per impersonare il protagonista. Anche se l’attore Larry David è bravissimo e sembra il fratello di Allen, con Woody ci sarebbe stato un’ilarità maggiore.

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