E’ morta Mercedes Sosa. la cantante mito del SudAmerica.
Nata da una famiglia povera nel 1935, nel 1960 fece parte del Movimiento del Nuevo Cancionero, una corrente che intendeva rinnovare la canzone popolare, rappresentando la vita quotidiana argentina. Ne facevano parte anche Armando Tejada Gómez, Manuel Oscar Matus e Tito Francia.
Insieme col marito Manuel Oscar Matus fece concerti all’Università e pubblicò il primo disco, Canciones con fundamento.
Nel marzo 1966 incise Yo no canto por cantar e alla fine del 1967 Para cantarle a mi gente. Nel 1970 partecipò al film El Santo de la Espada, di Leopoldo Torre Nilsson, sulla vita del generale e patriota argentino Josè de San Martìn. Nel 1971 pubblicò La voz de Mercedes Sosa e Homenaje a Violeta Parra, in cui canta numerose canzoni della famosa cantante cilena, fra cui la celeberrima Gracias a la vida. Nel 1972 Hasta la victoria, un album con canzoni di chiaro contenuto sociale e politico e Cantata Sudamericana.
Con l’instaurazione della dittatura militare viene imprigionata durante un concerto a La Plata, poi costretta all’esilio a Parigi e l’anno dopo a Madrid. Durante l’esilio dedica molti brani alla sua patria e alla speranza di cambiamento e di pace e democrazia per gli argentini, come il brano Todo cambia e Solo le pido a Dios. Tornò in Argentina il 18 febbraio 1982, alla vigilia della caduta del regime…
E’ stata l’Icona della libertà e simbolo del Sudamerica.
Buon viaggio Mercedes. Ci mancheranno le tue canzoni

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