Prima che diventasse la potenza commerciale di oggi, prima ancora del comunismo e di Mao, esisteva un’altra Cina, fatta di signori della guerra, povertà indicibile, spaccio d’oppio e occupanti stranieri di stampo colonialista che vivevano nel lusso e nella quasi-impunità. È il mondo fragile e brulicante che Paul French riporta meravigliosamente in vita in Mezzanotte a Pechino, avvincente e realistico romanzo fitto di misteri.

La storia di French ruota intorno a un orrendo crimine, l’uccisione di Pamela Werner, la figlia di vent’anni di un accademico ed ex-console britannico. L’8 gennaio 1937 il suo cadavere è ritrovato in un terreno incolto nei pressi della Fox Tower, una torre di vedetta vecchia di cinque secoli posta lungo le mura della città, ritenute dai cinesi infestate da sinistri “Spiriti volpe”. Le selvagge mutilazioni inflitte al suo corpo fanno credere inizialmente che Pamela sia stata vittima di un’uccisione rituale carica di richiami al soprannaturale. Pamela era cresciuta nella comunità blindata del Legation Quartier, un’Europa in miniatura a pochi passi da piazza Tiananmen. Era una ragazza semplice e vivace, molto più avventurosa di quanto suo padre potesse immaginare. “Tutti i dettagli dell’omicidio esercitavano uno strano fascino”, scrive French. “Un padre eccentrico con un passato colorito, Spiriti volpe che si aggirano la notte indisturbati per la vecchia città tartara di Pechino, l’allusione al sesso proibito, una nube d’oppio, voci di scandali opportunamente messe a tacere dai pomposi diplomatici britannici: il tutto avviene sullo sfondo di una Cina destinata a scivolare in una fatale guerra”.

La narrazione di French è intrigante e avanza al ritmo di un risciò lanciato al trotto. Sarebbe triviale svelare la sorprendente conclusione del romanzo. Basterà dire che la storia raggiunge il suo apice nel campo di prigionia giapponese dove, durante la seconda guerra mondiale, il padre di Pamela e il suo presunto assassino sono stati internati insieme per cinque anni. L’impatto di Pamela sul corso della storia è piuttosto vacuo. Ma raccontando la sua breve vita e il suo destino orribile, French ci offre un ineguagliabile ritratto della Cina tra le due guerre.
Fergus M. Bordewich, The Wall Street Journal

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