La Germania ha dato al mondo (tra le altre cose) la Critica della ragion pura di Kant, il tridente (tesi-antitesi-sintesi) di Hegel, l’armonia prestabilita del centrocampo di Leibniz, il collettivo di Marx, Englels e Loew, la relatività dei risultati di Einstein, la fisica di Max Planck, il fisico di Bastan Schweinsteiger e la propulsione stellare di Von Braun che ha portato perfino gli americani sulla luna. E tutta questa summa del pensiero filosofico, politico e scientifico ci ha consegnato una nazione il cui destino è stato affidato a un polpo. Chi sono dunque io per non passare una mattina all’acquario dei due oceani di Città del Capo a osservare le vasche e trarne presagi per il futuro? Così mi siedo davanti all’anemone e poiché ventila in direzione della roccia ne deduco che la ristrutturazione di casa verrà compita a dovere. Passo un’ora davanti al branco di squali e vedendoli nuotare sempre insieme, nella stessa direzione, immagino che il governo Berlusconi non cadrà fino al termine della legislatura. Osservo un tonno controcorrente, smozzicato, polpa viva e rossastra e penso che Fini sarà fatto sashimi. E il polpo sudafricano? Se ne sta in un angolo, immoto e torvo. Hanno appeso davanti alla sua tana un cartello: non disturbatelo, non sa niente.

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