Lula Da Silva è libero! La corte Suprema accetta la linea della difesa e scarcera l’ex presidente del Brasile, arrestato con false accuse per impedirgli di vincere le elezioni poi finite nelle mani di Bolsonaro.

Che ora comincia a tremare…

La Corte Suprema aveva infatti annullato con 6 voti favorevoli e 5 contrari una precedente sentenza che richiede che i  condannati vadano in prigione dopo aver perso il primo appello, aprendo la strada anche alla sua scarcerazione e di altri 5mila detenuti. In Brasile, come in Italia, una condanna diviene definitiva solo dopo la sentenza di Cassazione; anche se Rio de Janeeiro ha un grado di civiltà giuridica superiore a quella italiana, visto che non prevedere l’ergastolo (e tanto meno “ostativo”).

Il voto decisivo è stato quello del presidente del massimo tribunale brasiliano, Antonio Dias Toffoli, nominato peraltro dallo stesso Bolsonaro (eviendentemente la legge non gli lasciava alternative).

Il permesso di rilascio è stato firmato dal giudice Danilo Pereira Junior, titolare del 12 ° Tribunale federale di Curitiba, è stato inviato venerdì alle 16:15. Una folla si è subito radunata all’uscita del carcere, in attesa dell’uscita.

Lula è stato un prigioniero politico  esattamente per 580 giorni, dal 7 aprile 2018, dopo la condanna del Porto Alegre nel processo triplex di Guarujá. Dopo una serie di decisioni di persecuzione e di “accelerazione” del suo processo, una decisione del Supremo alla fine ha portato alla sua libertà.

Secondo il giornalista Marcelo Auler, che si trova a Curitiba, la polizia federale era già stata informata da Pereira Junior che Lula avrebbe dovuto lasciare il PF oggi.

Il leader del PT raccomanda tranquillità. “Continuiamo con calma, come lo è il presidente, ed evitiamo le provocazioni che potrebbero derivare dal clima di odio ed estremismo di destra, per non rovinare questo momento di gioia, di una fase passata nella ricerca della difesa della democrazia e della giustizia per Lula. Continuiamo su questa strada per la piena libertà di Lula con l’annullamento di condanne ingiuste contro di lui“.

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